Libertà per le emozioni

Quasi verso le fine di un percorso di psicoterapia, una mia paziente mi regala queste parole. Mi manda un whatsapp con il suo elenco di “cose” che ha capito durante il percorso fatto insieme. Mi sembra il manifesto del suo sentire, un grido per la libertà delle sue emozioni, ma forse anche per quelle di ognuno di noi: le trovo così umane, così vere queste parole. Qualche nutrizionista potrebbe dissentire per l’ultima frase ma io mi commuovo comunque perché sono fiera del lavoro intenso e spesso faticoso fatto insieme. Grazie ad A che mi ha permesso di pubblicare un pezzo di sé.

7 giorni in consapevolezza

Ho pensato tanto alla possibilità di condividere o no l’esperienza di un ritiro di meditazione di 7 giorni…la mia prima volta in cui mi isolavo dalla quotidianità: giorni pieni e intensi. Ma è nel racconto a voce, fatto agli altri, che ho pensato che condividerlo nero su bianco poteva significare rifletterci ancora su e descrivere più nel dettaglio, come se potessi concedermi la possibilità di sbobinare la registrazione di un’esperienza così unica nella sua particolarità. Ed è nel silenzio di quei 7 giorni lungamente vissuti che tante di queste cose che ora condivido sono emerse, tra una meditazione e un’altra, tra un respiro e un altro, tra un pensiero e altri mille.

Sono stata come una che ha capito solo dopo che per degustare i frutti di questo viaggio sarebbe stato necessario farlo sedimentare nel tempo

Sto come una che si rende conto che le parole possono solo vagamente descrivere una settimana che è stata un’esperienza dell’anima

Sono stata come una che al primo giorno si sentiva pronta a fare del motto “meditare duro” il leitmotiv della settimana

Sto come una che al secondo giorno è passata a “meditare fattibile e gentile”

Sono stata come una che ha sperimentato l’alternanza dei flussi di consapevolezza e ha sentito le perturbazioni della mente scimmia

Sto come una che imparato a degustare il cibo lentamente, condendolo con il silenzio

Sono stata come una che ha contato i giorni e ha calendarizzato come si sarebbe sentita l’ultimo

Sto come una che oggi più spesso si chiede: “cosa sto coltivando ora”?

Sono stata come una che ha moderatamente contenuto la mancanza della quotidiana routine

Sto come una che spesso ripensa a quei giorni, a quell’assordante rumore di silenzio

Sono stata come una che non conosceva nulla dei suoi compagni di viaggio ma ne ha avvertito la silenziosa presenza

Sto come una che ha sperimentato i poteri della mente che contempla se stessa con consapevolezza

Sono stata come una che è stata scombussolata da una realtà così differente dall’ordinario

Sto come una che ha iniziato ad intuire il vero senso dell’accettazione del proprio sentire

E ora sto