NON ESISTE IL PESO FORMA

Esiste un peso ed esiste una forma. Esiste il peso che ti fa star bene ed esiste la forma che caratterizza il tuo corpo. Certo, c’è un peso che ti assicura benessere e preserva la tua salute. E c’è una forma all’interno della quale ci si sente a proprio agio. Il “giusto”peso forma è quello che decidi tu sulla base del tuo sentire e non sui numeri imposti da una bilancia che può condizionare il tuo umore. Certo, se non sto bene nel mio corpo, se provo disagio, se alcune parti di me mi imbarazzano, posso fare delle scelte che mi portano ad avere un peso forma ma sempre come risultato di azioni consapevoli e non di modelli imposti dall’esterno.

I disturbi alimentari non sono capricci

Basta solo che mangi un po’ di più! Ma che ci vuole? Devi solo metterti a dieta. Serve solo un po’ di impegno. Con la buona volontà ce la farai.

Queste e molte altre sono le frasi che sentiamo proferire da chi crede che la dieta sia l’unica soluzione. Da chi pensa che essere in peso-forma sia l’unico modo per stare bene con se stessi. Da chi giudica l’aspetto fisico in maniera intransigente e considera il corpo come un portare di chili. Da chi non pensa che un disturbo alimentare sia molto di più che avere poca volontà.

A farne le spese è l’autostima, la forza di volontà, la determinazione di chi, divorato dai problemi con il cibo, sente certe frasi come ferite sulla propria pelle. Di chi ha ormai l’animo lacerato da frasi fatte e luoghi comuni. Di chi del giudizio altrui ne fa il proprio nutrimento quotidiano e consegna alla bilancia il proprio valore. Di chi soffre di un disturbo alimentare e fa fatica ad ammetterlo anche a se stesso.

Ognuno ha il proprio rapporto con il cibo e ogni giorno si confronta con ciò che mangia, spesso cercando patti e compromessi con piatti che sembrano spietati. Ognuno si confronta con il proprio aspetto fisico che delle volte sembra non essere mai abbastanza, mai in linea con canoni auto-imposti. Esiste però una linea di protezione che consentirebbe di proteggersi? Di respirare un po’ di leggerezza al di là chili di troppo? Sì, esiste. Esiste davvero. E’ quel varco che permette di dire che c’è una difficoltà, che farcela da soli è troppo faticoso. E’ quel delicato passaggio che va dall’imbarazzo alla voglia di prendersi cura di se stessi; dall’ennesima dieta non seguita abbastanza al sentirsi libero dai sensi di colpa.

Perché le diete non sono mai le soluzioni, non sono un modo di volersi bene di più e di accettarsi meglio, se il dolore è nel corpo e si lotta per accettare se stessi.

Limiti e verità

Le parole di Daniel Siegel aprono una riflessione sui limiti della nostra natura umana: osservare fin dove possiamo spingerci anche e soprattutto a livello emotivo, quello che riusciamo a tollerare e quello che ci sembra troppo grande da vivere. E’ un grande gesto di umiltà verso noi stessi quello di riflettere sui propri limiti, sempre che questi non siano vissuti come confini ma come orizzonti di verità.

Insostenibile pesantezza

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Indosso chili di troppo.

Sono l’abito dell’insoddisfazione.

Una veste imbarazzante ricamata di vergogna e senso di colpa.

Ha la forma dell’esagerazione, è lacero il suo aspetto.

Vorrei liberarmi, trasformarmi, assomigliare alla leggerezza.

Il mio desiderio di perdere un grammo è la meta per guadagnare chili di libertà.

Sono un tutt’uno con il mio peso, che detta legge alla mia anima, la sottomette, scoraggia.

E adesso anche l’abito stretto della frustrazione conosce la mia misura.

Nell’ambito del progetto Ostaggi del cibo, con questo testo si completa il quadro delle categorie che definiscono i disturbi alimentari “propriamente detti”, Anoressia, Bulimia, BED. Nei precedenti articoli ho condiviso i miei pensieri e le mie riflessioni su quella che è la sofferenza che i pazienti portano nei loro racconti, vivono nel loro corpo. Perché al di là della magrezza o della pesantezza, delle restrizioni o delle abbuffate, delle qualità o della quantità dei cibi, i disturbi alimentari sono una modalità comunicativa, sono una strada per esprimere la sofferenza, un grido d’aiuto che dovrebbe fare eco nella coscienza di tutti.