7 giorni in consapevolezza

Ho pensato tanto alla possibilità di condividere o no l’esperienza di un ritiro di meditazione di 7 giorni…la mia prima volta in cui mi isolavo dalla quotidianità: giorni pieni e intensi. Ma è nel racconto a voce, fatto agli altri, che ho pensato che condividerlo nero su bianco poteva significare rifletterci ancora su e descrivere più nel dettaglio, come se potessi concedermi la possibilità di sbobinare la registrazione di un’esperienza così unica nella sua particolarità. Ed è nel silenzio di quei 7 giorni lungamente vissuti che tante di queste cose che ora condivido sono emerse, tra una meditazione e un’altra, tra un respiro e un altro, tra un pensiero e altri mille.

Sono stata come una che ha capito solo dopo che per degustare i frutti di questo viaggio sarebbe stato necessario farlo sedimentare nel tempo

Sto come una che si rende conto che le parole possono solo vagamente descrivere una settimana che è stata un’esperienza dell’anima

Sono stata come una che al primo giorno si sentiva pronta a fare del motto “meditare duro” il leitmotiv della settimana

Sto come una che al secondo giorno è passata a “meditare fattibile e gentile”

Sono stata come una che ha sperimentato l’alternanza dei flussi di consapevolezza e ha sentito le perturbazioni della mente scimmia

Sto come una che imparato a degustare il cibo lentamente, condendolo con il silenzio

Sono stata come una che ha contato i giorni e ha calendarizzato come si sarebbe sentita l’ultimo

Sto come una che oggi più spesso si chiede: “cosa sto coltivando ora”?

Sono stata come una che ha moderatamente contenuto la mancanza della quotidiana routine

Sto come una che spesso ripensa a quei giorni, a quell’assordante rumore di silenzio

Sono stata come una che non conosceva nulla dei suoi compagni di viaggio ma ne ha avvertito la silenziosa presenza

Sto come una che ha sperimentato i poteri della mente che contempla se stessa con consapevolezza

Sono stata come una che è stata scombussolata da una realtà così differente dall’ordinario

Sto come una che ha iniziato ad intuire il vero senso dell’accettazione del proprio sentire

E ora sto

Silenzi che creano silenzi

Davvero innumerevoli possono essere le forme che il silenzio assume nelle complesse dinamiche relazionali. Ancora di più se si tratta di quelle familiari, a volte delicate, troppo spesso così fragili. Silenzi che covano nel cuore ondate di rabbia. Silenzi che consolano appesantendo il cuore. Silenzi che stonano, che colpiscono e uccidono gli affetti. Bocconi amari che odorano di freddezza. Gelo delle emozioni. Scongelamento della paura. Silenzi che creano muri e muri che sfaldano le relazioni. Quale può essere l’alternativa? Ad esempio la comunicazione sincera e consapevole, che si avvicina alla verità e riesce a sciogliere anche il frastuono assordante di pericolosi silenzi che logorano l’anima.