Oggi,15 Marzo, è la giornata nazionale dedicata alla sensibilizzazione e prevenzione dei disturbi alimentari. Tutti i giorni mi confronto con persone che al di là dell’etichetta di anoressia o bulimia o altro, mi raccontano di un profondo disagio e di una grande sofferenza. Il mio pensiero oggi va anche a tutti quei pazienti, uomini e donne, che non sono più con noi: non so se la causa sia il fatto che hanno perso la battaglia contro questi disturbi così invalidanti perché io credo che più parlare di battaglia, bisogna lavorare tantissimo sulla prevenzione ma in generale sulla sensibilizzazione: ognuno di noi merita di stare bene, nel corpo e con la mente. Il Nuovo Centro Clinico oggi inaugura un master di alta formazione sul trattamento dei disturbi alimentari (https://nuovocentroclinico.it/master-di-altra-formazione-disturbi-nutrizione-e-alimentazione/) e il Centro Libenter propone un’attività di arteterapia. Sono contenta di potervi raccontare che nel mio, nel nostro piccolo, stiamo provando a dire che non c’è salute senza salute mentale.
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La nuova veste
Dopo 5 anni sono tornata a suonare questo campanello, quello della STPC, “studio torinese psicologia cognitiva”. Entro con un’altra veste: sarò la cotrainer di un gruppo di 16 psicologi, 16 persone che vogliono formarsi per diventare futuri nuovi e consapevoli psicoterapeuti, per me uno dei mestieri più bello ma impegnativo nello stesso tempo. Un mix di emozioni ha pervaso questo primo weekend insieme ma dopo aver salutato tutti, stasera rientro a casa con un grande senso di gratitudine che mi pervade e mi incoraggia a perseguire i miei sogni.
E buon Natale!
L’atmosfera che si respira al Nuovo Centro Clinico è già natalizia. Il mio augurio per tutti, è che sia il Natale che il vostro cuore desidera.
La nuova casa di Nuovo Centro Clinico
Nel periodo più instabile degli ultimi trent’anni, noi del Nuovo Centro Clinico abbiamo deciso di stabilizzare il nostro sogno in questo posto magico nelle sue piccole e grandi imperfezioni.
Dopo mesi e weekend passati a pulire, levigare muri per poi imbiancarli, montare porte e battiscopa, ridere ed arrabbiarsi… Da lunedi vi accoglieremo qui, in mezzo agli alberi 🌳, agli uccellini 🐥 e agli scoiattoli 🐿️, nel verde della collina torinese.
💚 La natura ci accompagnerà e non saremo più circondati dal cemento della città.
Abbiamo fatto un salto enorme e, forse, avventato, ma l’unione e la cooperazione sono state, sono e saranno la nostra forza.
🏡 Benvenuti in Strada del Campagnino 8, la nostra nuova casa!
Il presente, qui e ora
In questa foto ci sono un po’ tutte le mie dimensioni temporali: il mio passato (io e la mia storica collega Giulia Garaffo con cui collaboro e creo), il mio futuro (i due device, perché dalla pandemia in poi anche la psicologia ha iniziato ad usarli per stabilire connessioni con l’altro), il mio presente (la mia prima campana tibetana, regalo di nozze da parte di persone per me speciali, che uso nella conduzione dei gruppi). Siamo a metà del corso di alimentazione consapevole e anche nei gruppi si intrecciano tutte queste dimensioni temporali: ogni partecipante arriva con la propria storia e il proprio passato, ha delle aspettative che lo proiettano verso il futuro ma quella campana, quella campana che scandisce i tempi della meditazione, tenta di accendere la luce della consapevolezza presente, il qui e ora.
Il Natale non arriva se soffri di un disturbo alimentare
Ripropongo un post scritto nel 2018 ma che mi sembra ancora attuale.
Potrebbe essere vero che il Natale quando arriva, arriva (cit) o quanto meno, non passa inosservato…è il mondo attorno a noi a ricordarcelo: le città si colorano di rosso, si vestono di luci e scintillii, si pensa a come riempire pacchetti regalo e grandi tavolate. Il Natale suscita reazioni e vissuti differenti nella mente, nel cuore e nel corpo di chi si appresta a vivere questo periodo dell’anno e il mio pensiero, in questi giorni, va a tutti i miei pazienti e non, a tutte le persone che soffrono di un disturbo alimentare o che, al di là delle etichette, sono in lotta con il proprio corpo e con il cibo. Il Natale arriva anche per proporre menù pregiati e ricette prelibate, ma se qualcuno molla il conto delle calorie e si abbandona a qualche concessione (dicendosi: va beh, tanto sono arrivate le feste!), allo stesso modo è immaginabile quanta fatica possa fare a Natale, una persona che giornalmente fa i conti con la spietatezza delle calorie ingerite. Per molti, cenoni e feste possono assomigliare ad un tormento il cui ritornello urla di resistere e trattenersi dalle tavole inondate di cibo. Certo dev’essere forte, è come dire ad un alcolista di farsi un giro in una cantina senza poter assaggiare nulla…E un pensiero va anche ai familiari di chi soffre di un disturbo alimentare, a loro che si trovano nella difficoltà di non sapere bene come muoversi, cosa preparare, se festeggiare e con chi. Perché questo genere di problemi invade tutta la famiglia, crea situazioni ad alta tensione soprattutto nei momenti che precedono o seguono i pasti: la varietà, la qualità e la quantità dei cibi natalizi potrebbe essere un detonatore pronto a fare esplodere un conflitto “a cibo”. Se aggiungiamo poi che il Natale fa da sfondo al ritrovarsi con familiari che non si vedono da tempo, ecco che le sensazioni di sentirsi osservati e sotto giudizio, possono essere dietro l’angolo. Insomma se il Natale arriva anche per incontrarsi davanti al cibo, che rappresenta uno dei modi per far festa e per scambiarsi gli auguri, è anche credibile che dietro alle portate presentate in quantità industriale, come fosse l’ultimo Natale del mondo, si celino vissuti intimi e delicati, permeati di sofferenza e tensione.
Preciso che le riflessioni esposte fin qui, sono lontane dall’intento di demonizzare il periodo natalizio, le mie parole vorrebbero solo essere un gesto di empatia e vicinanza per chi, di fronte a bilanci e buoni propositi, fatica ad apprezzare se stesso e vive una lotta con il cibo che gli divora l’anima.