In questa foto ci sono un po’ tutte le mie dimensioni temporali: il mio passato (io e la mia storica collega Giulia Garaffo con cui collaboro e creo), il mio futuro (i due device, perché dalla pandemia in poi anche la psicologia ha iniziato ad usarli per stabilire connessioni con l’altro), il mio presente (la mia prima campana tibetana, regalo di nozze da parte di persone per me speciali, che uso nella conduzione dei gruppi). Siamo a metà del corso di alimentazione consapevole e anche nei gruppi si intrecciano tutte queste dimensioni temporali: ogni partecipante arriva con la propria storia e il proprio passato, ha delle aspettative che lo proiettano verso il futuro ma quella campana, quella campana che scandisce i tempi della meditazione, tenta di accendere la luce della consapevolezza presente, il qui e ora.
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7 giorni in consapevolezza
Ho pensato tanto alla possibilità di condividere o no l’esperienza di un ritiro di meditazione di 7 giorni…la mia prima volta in cui mi isolavo dalla quotidianità: giorni pieni e intensi. Ma è nel racconto a voce, fatto agli altri, che ho pensato che condividerlo nero su bianco poteva significare rifletterci ancora su e descrivere più nel dettaglio, come se potessi concedermi la possibilità di sbobinare la registrazione di un’esperienza così unica nella sua particolarità. Ed è nel silenzio di quei 7 giorni lungamente vissuti che tante di queste cose che ora condivido sono emerse, tra una meditazione e un’altra, tra un respiro e un altro, tra un pensiero e altri mille.
Sono stata come una che ha capito solo dopo che per degustare i frutti di questo viaggio sarebbe stato necessario farlo sedimentare nel tempo
Sto come una che si rende conto che le parole possono solo vagamente descrivere una settimana che è stata un’esperienza dell’anima
Sono stata come una che al primo giorno si sentiva pronta a fare del motto “meditare duro” il leitmotiv della settimana
Sto come una che al secondo giorno è passata a “meditare fattibile e gentile”
Sono stata come una che ha sperimentato l’alternanza dei flussi di consapevolezza e ha sentito le perturbazioni della mente scimmia
Sto come una che imparato a degustare il cibo lentamente, condendolo con il silenzio
Sono stata come una che ha contato i giorni e ha calendarizzato come si sarebbe sentita l’ultimo
Sto come una che oggi più spesso si chiede: “cosa sto coltivando ora”?
Sono stata come una che ha moderatamente contenuto la mancanza della quotidiana routine
Sto come una che spesso ripensa a quei giorni, a quell’assordante rumore di silenzio
Sono stata come una che non conosceva nulla dei suoi compagni di viaggio ma ne ha avvertito la silenziosa presenza
Sto come una che ha sperimentato i poteri della mente che contempla se stessa con consapevolezza
Sono stata come una che è stata scombussolata da una realtà così differente dall’ordinario
Sto come una che ha iniziato ad intuire il vero senso dell’accettazione del proprio sentire
E ora sto