Formazione a Vicenza: Mindfulness e Mindful Eating, tra teoria e pratica nei disturbi dell’alimentazione

Villa Margherita a Vicenza è la sede che mi ha ospitato per due giornate di lavoro molto intense. E’ stata una formazione in cui ho avuto il piacere di confrontarmi con operatori che lavorano nella struttura di degenza per pazienti che soffrono di disturbi del comportamento alimentare. Tra la teoria e le pratiche di mindfulness e mindful eating, sono davvero state delle giornate all’insegna della pratica, della scoperta, della gentilezza. Un grazie speciale alla collega Patrizia Todisco che ha reso possibile tutto questo e con cui è stato bellissimo passare del tempo insieme lavorativo e non.

Il presente, qui e ora

In questa foto ci sono un po’ tutte le mie dimensioni temporali: il mio passato (io e la mia storica collega Giulia Garaffo con cui collaboro e creo), il mio futuro (i due device, perché dalla pandemia in poi anche la psicologia ha iniziato ad usarli per stabilire connessioni con l’altro), il mio presente (la mia prima campana tibetana, regalo di nozze da parte di persone per me speciali, che uso nella conduzione dei gruppi). Siamo a metà del corso di alimentazione consapevole e anche nei gruppi si intrecciano tutte queste dimensioni temporali: ogni partecipante arriva con la propria storia e il proprio passato, ha delle aspettative che lo proiettano verso il futuro ma quella campana, quella campana che scandisce i tempi della meditazione, tenta di accendere la luce della consapevolezza presente, il qui e ora.

Mindful Eating Torino, cibo per il cuore, cibo per la mente

Davvero tanto è il tempo che non scrivo sul mio blog ma è successo un po’ di tutto, la vita è andata avanti e ha fatto il suo corso (in ogni senso!). Sono tornata? No. In realtà ci sono sempre stata ma ora eccomi pronta a scrivere di un aggiornamento, di un progetto a cui tengo tantissimo: la mindful eating ovvero l’alimentazione consapevole. Ma di cosa sto parlando? E cosa c’entra il cuore con il cibo? Perché dovremmo essere consapevoli di quello che la pancia ci chiede di mangiare? La creazione del progetto Mindful Eating Torino vuole rispondere a queste e a tante altre domande sul tema dell’alimentazione consapevole. Per iniziare a riflettere sul rapporto tra come ci nutriamo e come stiamo, con noi stessi e con gli altri. Per capire finalmente che le emozioni sono il nostro nutrimento principale: sono loro che ci fanno sentire affamati o sazi.

MINDFUL EATING: la scelta di vivere il cibo con leggerezza

Sì, credo che il titolo che ho immaginato per questo articolo dia voce al mio sentire e rappresenti la scelta di vita che ho fatto, perchè ho sposato il mindful eating nella mia quotidiniatà oltre che nell’uso professionale. Sono diventata insegnante di alimentazione consapevole, questa la traduzione italiana di mindful eating. Questo titolo lo spendo tutti i giorni nel mio fare la psicoterapeuta. Lavoro, da una decina di anni, con pazienti che vivono il cibo come un’ossessione e che come migliore nemica hanno una bilancia che dice che valgono poco come persone. Si guardano allo specchio e non si piacciono quasi mai. Noi abbiamo visto solo nel film d’animazione Alice nel paese delle meraviglie, biscotti che chiedono di essere mangiati, ma ci sono alcune persone che tutti i giorni devono fare i conti con il cibo che sembra voler divorare il loro cuore. A maggio scorso ho conseguito il titolo che mi vede insegnante di mindful eating abilitata che rappresenta un’esperienza e un valore in più. Sono stata a Padova per 5 giorni in un monastero che ha racchiuso il mio silenzio. La condivisone con i miei compagni di viaggio è diventata un dono e questo attestato apre la strada ad un percorso che necessita comuqnue di pratica quotidiana e costante. Per sensibilizzare al tema del mindful eating, insieme ad altre colleghe, ho creato questa pagina internet che spiega che cos’è e che cosa non è il mindful eating http://mindfuleatingtorino.it. Per me Mindful Eating è un modo per iniziare a riflettere sul rapporto tra come ci nutriamo e come stiamo, con noi stessi e con gli altri. E’ una via, una scelta di vita. Per capire che le emozioni sono il nostro nutrimento principale: sono loro che ci fanno sentire affamati o sazi.

7 giorni in consapevolezza

Ho pensato tanto alla possibilità di condividere o no l’esperienza di un ritiro di meditazione di 7 giorni…la mia prima volta in cui mi isolavo dalla quotidianità: giorni pieni e intensi. Ma è nel racconto a voce, fatto agli altri, che ho pensato che condividerlo nero su bianco poteva significare rifletterci ancora su e descrivere più nel dettaglio, come se potessi concedermi la possibilità di sbobinare la registrazione di un’esperienza così unica nella sua particolarità. Ed è nel silenzio di quei 7 giorni lungamente vissuti che tante di queste cose che ora condivido sono emerse, tra una meditazione e un’altra, tra un respiro e un altro, tra un pensiero e altri mille.

Sono stata come una che ha capito solo dopo che per degustare i frutti di questo viaggio sarebbe stato necessario farlo sedimentare nel tempo

Sto come una che si rende conto che le parole possono solo vagamente descrivere una settimana che è stata un’esperienza dell’anima

Sono stata come una che al primo giorno si sentiva pronta a fare del motto “meditare duro” il leitmotiv della settimana

Sto come una che al secondo giorno è passata a “meditare fattibile e gentile”

Sono stata come una che ha sperimentato l’alternanza dei flussi di consapevolezza e ha sentito le perturbazioni della mente scimmia

Sto come una che imparato a degustare il cibo lentamente, condendolo con il silenzio

Sono stata come una che ha contato i giorni e ha calendarizzato come si sarebbe sentita l’ultimo

Sto come una che oggi più spesso si chiede: “cosa sto coltivando ora”?

Sono stata come una che ha moderatamente contenuto la mancanza della quotidiana routine

Sto come una che spesso ripensa a quei giorni, a quell’assordante rumore di silenzio

Sono stata come una che non conosceva nulla dei suoi compagni di viaggio ma ne ha avvertito la silenziosa presenza

Sto come una che ha sperimentato i poteri della mente che contempla se stessa con consapevolezza

Sono stata come una che è stata scombussolata da una realtà così differente dall’ordinario

Sto come una che ha iniziato ad intuire il vero senso dell’accettazione del proprio sentire

E ora sto