L’amore ai tempi di Angelina e Gaetano

Fine dell'estate

Siamo in Calabria. L’estate sta finendo e Angelina e Gaetano insieme ne hanno vissute ben 45. Vanno al mare al mattino, tra le 8.30 e le 10.00. L’ora del sole che dora. Lui le sistema la sedia a bordo spiaggia. Angelina non può fare il bagno perché ha un ginocchio dolorante. Ma il mare lo sente lo stesso e il mare sente lei: la sua seduta è più stabile adesso. Eppure Gaetano ha un’attenzione in più. Con l’ombrello la ripara dal sole, sono uniti da un orizzonte unico. Questione di attenzione, questione di amore.

E così sono finite le attese vacanze e il sipario si riapre, adesso. Buon Settembre! Che sia pieno di attenzioni e cura, verso noi stessi, verso il mondo.

Bulimia del cuore

Bulimia

Anime ubriache di angosce.

Tentativi impacciati per svuotarsi di sofferenze.

Dolori insostenibili che stringono le viscere.

Tristezza liquida che sale fino alla gola, nodo che soffoca.

Conati di intolleranza.

Conati di giudizi.

Conati di insicurezza.

Vomito.

La prigionia. Il vuoto. La libertà.

Ma subito la bocca si fa amara: ha un sapore persistente un sapore che ti spinge a farlo ancora e ancora…

E’ la fame del cuore, sforzo maldestro di cavarsela contro bocconi che intossicano l’anima.

 

Specchio specchio del mio corpo

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La voglia di essere altro, di essere diversa da un corpo che non mi rappresenta.

Specchio specchio del mio corpo, oggi mi posso fidare del tuo riflesso?

La disarmante insoddisfazione mi assale.

Specchio specchio della mia sfida, cosa cerco io da te?

Dimora della perenne insoddisfazione e del non piacersi mai abbastanza.

Specchio specchio della non appartenenza, cosa vedono i miei occhi?

Scruto un corpo che vorrei non fosse questo.

Specchio specchio del mio dolore, come vorrei essere oggi?

Non credo di appartenere a questo corpo.

Specchio specchio della mia autostima, mi dirai il vero?

L’inadeguatezza che cela le insicurezze.

Specchio specchio della mia apparenza, quale sarà la sorte del mio essere?

Psicologia è…dinamiche: ascolto, emozioni, condivisione

Psicologia è

Due persone, un solo spazio. Uno il paziente e uno lo psicologo. L’uno e l’altro in un tempo scandito. Tra loro distinti ma insieme su un’unica strada. E’ l’inizio dell’instaurarsi di un meccanismo in evoluzione fatto di un linguaggio tutto da costruire insieme, di ingranaggi nuovi e intensi: l’ascolto, le emozioni, il raccontarsi. Si parla la stessa lingua, quella della condivisione.

E’ stato difficile pensare di rendere graficamente un concetto così complesso ed intricato: cosa succede tra psicologo e paziente? Quale meccanismo scatta e quale relazione instrada entrambi? Naturalmente dipende tutto dai protagonisti che sono gli unici attori di questa dinamica personalizzata ma ascolto e confronto, assenza di giudizio ed empatia fanno la cornice di un quadro che è protezione e cura. Si diventa intimi senza essere né amici né conoscenti. E’ una relazione intensa in cui lo scambio è sempre reciproco. In un’atmosfera protetta, di rispetto e di condivisione, psicologo e paziente co-costruiscono una relazione che porta ad un evoluzione e perché no, ad un cambiamento.

Ostaggi del Cibo

Ostaggi del cibo

OSTAGGI DEL CIBO

Prede e ricatti.

Sofferenza e speranza.

Vittime indiscriminate di un dolore sordo.

Anime prigioniere di se stesse.

Piatti come macigni, voragini scivolose, vicoli ciechi che non meritano fiducia.

Sono ostaggio del cibo: lo vedo come un nemico, mi spaventa il suo potere.

Come un carnefice mi sevizia con i suoi odori, tenta iI mio desiderio per poi costringermi a serrare la bocca.

Sono prigioniera del cibo, che influenza la mia vita, mi obbliga. La sua forza mi sottomette.

Sul mio palato rimane solo l’amaro, il sapore indistinto di rinuncia e dolore.

Aspetto.

Chi mi salverà dalla conta senza sosta delle calorie ingerite? Chi mi solleverà dall’infame senso di colpa?

Chi ascolterà il mio grido? Chi colmerà il mio vuoto?

Il mio corpo cambia, si trasforma, ma non è mai abbastanza.

Queste parole accompagnano un lavoro condiviso, frutto delle idee di una psicologa e di una fotografa che hanno messo insieme competenze e entusiasmo, fondendoli nel progetto “Ostaggi del cibo”. Una rubrica, un momento di riflessione contro chi pensa che i disturbi alimentari siano capricci, risultato di una società che oggi dà troppo e con troppa facilità. Dalla parte di chi, prima di mangiare, chiede il permesso al cibo, di chi si sente sopraffatto da piatti che divorano e sembrano famelici, di chi utilizza il cibo per colmare o placare vuoti enormi. La psicologia e la fotografia si fondono, la teoria e la pratica si completano per offrire un quadro che è forza, dolore, controllo, amore e mancanza. Carmen Settanta e Tiziana Manta, unite dal desiderio comune di coinvolgere e sensibilizzare l’occhio di tanti, affrontano un tema non così lontano dalla vita di ognuno di noi, perché forse un po’ di sofferenza ci appartiene comunque. Appartiene a chi troppo poco spesso si accorge che curare il corpo significa nutrire l’anima.